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COMUNICATO – LA FEDE NON SI PUO’ ARRESTARE

Il decreto Pisanu ha fallito perché è mancato il confronto con chi sta al centro del problema … i Tifosi.
NON RIPETETE L’ERRORE !!!
Non si possono argomentare delle proposte di legge senza conoscenza specifica delle problematiche esistenti all’interno del mondo del Tifo.

La chiavi della risoluzione delle problematiche inerenti la violenza sono legate a diversi aspetti:

1 Prevenzione frutto di una concreta pianificazione della gestione dei trasferimenti e dei trasporti dei tifosi nel rispetto dei diritti e delle esigenze che essi hanno.
Oggi ai tifosi organizzati vengono imposti trasferimenti da deportati, impossibilità di ottenere servizi per approvvigionarsi di cibo e bevande e soprattutto tempi d’attesa entrata/uscita dagli impianti sportivi tale spesso da impedire addirittura di assistere all’inizio degli incontri per cui si paga regolare biglietto, tutto questo induce inevitabilmente all’inasprimento dei rapporti con le forze dell’ordine che fattivamente impongono dette regole disumane.
Oggi spesso e volentieri la pianificazione dei trasferimenti dei tifosi viene improvvisata da funzionari senza cognizione di causa.
Cosa fare …
Ripristino e sostegno delle trasferte organizzate con treni a prezzi ridotti a beneficio di una facilitazione nell’attuare le strategia per accogliere e separare i tifosi specie negli incontri tra tifoserie divise da conclamate rivalità (proposta già condivisa in passato dalle stesse forze di polizia)

Cosa NON fare…

1 Annullare le trasferte dei tifosi sarebbe, oltre che inattuabile, controproducente in quanto chi prova il desiderio di sostenere la propria squadra in trasferta sarà costretto ad acquistare biglietti per settori dove si troverà a diretto contatto con la tifoseria avversaria con gli evidenti rischi conseguenti.

2 Dimenticare il “modello inglese” in quanto come dimostrato dalle statistiche britanniche non ha sortito altro effetto se non quello di spostare il problema all’esterno degli impianti sportivi (i 2 tifosi morti durante scontri tra supporters rivali negli ultimi anni lo testimoniano ampiamente), un politico che voglia veramente adoperarsi per il bene della collettività non può mirare a spostare un problema ma certamente a risolverlo.
La realtà ampiamente documentabile del “felice” modello britannico è che i tifosi ancor oggi organizzatissimi, trovano nelle stazioni e nelle trasferte internazionali i nuovi campi di battaglia e sono ben lungi dalla resa.
Cosa fare …
Ricondurre i giovani ai modelli d’educazione sportiva già contemplati dai programmi ministeriali scolastici ma che non vengono attuati a causa della scarsa considerazione attribuita all’educazione fisica nelle scuole.
Cosa NON fare …
Vietare striscioni ed espressioni coreografiche che sono invece espressione della forza aggregante e costruttiva che unisce i Tifosi.

3 Responsabilizzazione dei gruppi organizzati al fine di contribuire essi stessi ad adoperarsi per prevenire tutti quegli atteggiamenti che possono penalizzare le società per cui si tifa.

4 Attuazione di una politica di monitoraggio dell’informazione sportiva atta a reprimere ogni forma di strumentalizzazione della notizia e spettacolarizzazione di atti violenti o polemiche “sportive”.
Le trasmissioni televisive sono oggi infestate da estremisti della provocazione che mascherati da opinionisti giocano con gli affetti dei Tifosi manipolando immagini e notizie a proprio piacimento con l’effetto di esasperare gli spettatori col solo scopo di “far audience” con la logica che nel bene o nel male l’importante è che se ne parli (vedi moggi in tv) e che dimenticano come i Tifosi memori di questa o quella provocazione mediatica riversano poi il proprio risentimento negli stadi.
Cosa fare …
Sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo aggregante e socializzante che ricoprono le Curve per i giovani invitando i rappresentanti delle Curve stesse a farsi promotori dei principi sui quali dovrebbero fondarsi ovvero il sostegno dei propri colori espletato a mezzo delle coreografie e della voce.
Cosa NON fare …
Criminalizzare gli Ultras riconducendo ad essi le responsabilità di ogni evento violento di cui spesso essi stessi sono invece vittime.
LA CRIMINALIZZAZIONE CREA CRIMINALI COME HA INSEGNATO CATANIA MENTRE I VERI ULTRAS HANNO A CUORE PIU’ D’OGNI ALTRO TIFOSO IL BENE DELLA PROPRIA SQUADRA E NON SI ADOPERANO CERTO PER PENALIZZARE O LEDERE LE PROPRIE SOCIETA’.

5 Verifica Immediata delle reali cause relative i motivi che hanno portato al decesso dell’ispettore di polizia di Catania.
Come documentato da diverse emittenti nazionali nella giornata successiva i fatti di Catania, (vedi intervista al dottor Sergio Pintaudi al tg1 delle 13.30 del 3 febbraio http://www.youtube.com/watch?v=Cfhf-Na7RNk) la morte dell’ispettor Raciti sarebbe conseguenza degli effetti del trauma prodotto da un oggetto metallico cilindrico che ha impresso sulla pelle una impronta a forma di stella e dell’inalazione di gas adoperati dalle stesse forze di polizia. Fatto che dovrebbe eventualmente indurre una profonda riflessione prima di proporre eventuali soluzioni.

6 Ricondurre la discrezionalità del Questore nella commissione del DASPO… in quanto il Decreto Pisanu ha di fatto creato le premesse per rendere gli stadi uno “stato di polizia” dove a chi dovrebbe tutelare l’ordine pubblico vengono attribuite funzioni “giuridiche” con la facoltà di proporre provvedimenti Daspo nei confronti di chiunque a prescindere dall’accertamento delle responsabilità.

Cosa fare…

Utilizzare per la commissione dei provvedimenti di divieto d’accesso allo stadio una procedura garantista e mutuata dalla l. 1423/56 (legge quadro per le misure di prevenzione) al fine di far si che il Questore, sulla scorta dei verbali degli operatori di Polizia presenti allo stadio, proponga all’autorità giudiziaria (Giudice per le Indagini Preliminari) l’adozione del provvedimento interdittivo. E questi decida in autonomia ma fissando un vero contraddittorio con un’udienza a cui possa partecipare anche il tifoso interessato ed il suo legale di fiducia. Adottato un sistema sufficientemente garantista, poi, si può tranquillamente discutere anche sull’aumento della durata massima del provvedimento o sulle modalità di osservanza dello stesso (al posto dell’attuale firma in questura in occasione del match, permanenza per tutti i 90’ della partita all’interno del commissariato di pubblica sicurezza).

Cosa NON fare (2)…

Distribuire provvedimenti d’inibizione d’ingresso negli stadi come avviene oggi gratuitamente, senza discernere le singole responsabilità e senza concedere diritto di difesa a coloro che ne vengono fatti oggetto con l’effetto di creare le premesse per far si che il “naturale” rancore di chi viene colpito ingiustamente trasformi il medesimo in un violento futuro. Ed ancor di più svincolare i DASPO dal fatto- reato e riesumare forme di pericolosità- presunta espunte dal nostro ordinamento da decenni.